
I prati falciati si sono originati principalmente attraverso l'attività agricola dell'uomo e del suo bestiame. Solamente a partire dal secolo scorso, il commercio ha messo a disposizione semi di prato proveniente da paesi lontani, sempre più spesso utilizzati nel rinverdimento di superfici aperte. Molte di queste specie commerciali si sono incrociate con le piante native, alterando il patrimonio genetico della flora autoctona e creando popolazioni che spesso non sono in grado di adattarsi alle locali condizioni climatiche. L'introduzione di specie alloctone e la gestione intensiva di prati portano a un impoverimento della loro ricchezza floristica, e ne deprimono l’aspetto estetico, riducendo il numero di fiori presenti e la gradevolezza dei loro mille colori.